\paperw5052 \margr0\margl0 \plain \fs20 \pard\tx456\tx1176\tx1896\tx2616\tx3336\tx4056\tx4776\tx5496\tx6216\tx6936\tx7656\tx8376\tx9096\tx9816\tx10536\tx11256\tx11976\ATXts192\ATXbrdr0 \f1 \fs20 Il gioco era associato ad unÆantica leggenda narrata nel libro dei Maya ôPopol Vuhö che racconta il mito dei Gemelli Divini Hunahpu e Xbalanque: il loro padre aveva infastidito gli Dei dello Xibalba (il mondo sotterraneo), giocando per troppo t
empo a palla con suo fratello e per punizione venne decapitato. Era riuscito tuttavia ad ingravidare una delle figlie degli Dei dellÆInframondo che in seguito diede alla luce due gemelli. Hunahpu e Xbalanque si vendicarono della morte del padre ricompone
ndo i resti del suo cadavere sepolto tra gli spalti del campo da gioco e combattendo contro gli Dei dello Xibalba per cacciarli per sempre dal mondo degli uomini.\par
Il gioco Φ legato anche al culto del Sole che deve rinascere ogni giorno abbandonando
le tenebre: il campo da gioco rappresenta la terra, mentre la palla simboleggia il sole, per cui il giocatore che lascia cadere la palla deve essere sacrificato perchΦ ha impedito al sole di sorgere di nuovo.\par
Il campo da gioco - che in lingua nßhuat
l Φ chiamato ôteotachtliö che significa ôluogo sacro della pelota degli Deiö - poteva essere costruito a forma di T maiuscola, con alti spalti dalle pareti inclinate - come a \b \cf4 \ATXht32041 Dainz∙\b0 \cf0 \ATXht0 o a \b \cf4 \ATXht31081 El Tajφn
\b0 \cf0 \ATXht0 - oppure delimitato da muri verticali come a ChichΘn Itzß. La palla era di resina gommosa, poco pi∙ grande di una nostra boccia, e doveva rimbalzare tra i giocatori che non potevano usare le mani, ma soltanto le natiche, i fianchi e i gomi
ti. I bersagli erano dischi di pietra o anelli fissati in alto sulle pareti laterali.\par
A seconda della tradizione locale i giocatori erano vestiti con costumi particolari: gli Zapotechi portavano un casco a forma di testa di giaguaro, dei lunghi guan
ti, pantaloni corti, fasce di cotone e ginocchiere. Nella cultura di El Tajφn - che possiede ben 14 Campi per la Pelota - la corazza protettiva era costituita da paracolpi sui fianchi, sul petto, sulle ginocchia e sui gomiti. Si suppone che alcuni oggett
i di pietra, finemente scolpiti e rinvenuti in vicinanza dei campi, fossero legati al sarcificio finale, oppure rappresentassero simbolicamente alcuni elementi della corazza: i ôjugosö - dei massicci ôgioghiö che proteggevano il ventre (nella realtα i ci
nturoni erano fabbricati in cuoio o cotone); le ôpalmasö, a forma di ventaglio o foglia, che forse corprivano il petto, e le ôhachasö, delle torce piatte scolpite con profili umani o animali, il cui uso Φ incerto.\par